Radioembolizzazione (SIRT)

Cos’è 

La radioembolizzazione è un trattamento a base di microsfere radioattive utilizzato per la cura dell’epatocarcinoma, il più frequente tumore primitivo del fegato. In sintesi, tali microsfere (che sono bio-compatibili e contengono Ittrio90, isotopo radioattivo in grado di emettere radiazioni beta) vengono rilasciate attraverso un catetere nell’arteria del fegato. Sfruttando il particolare afflusso epatico e l’ipervascolarizzazione del tessuto neoplastico, le microsfere vanno ad insediarsi prevalentemente nei capillari del carcinoma, distruggendolo grazie alla loro radioattività e minimizzando l’esposizione del fegato sano. L’iniezione viene effettuata in anestesia locale e il catetere viene inserito attraverso l’arteria femorale, in prossimità dell’inguine.

Non sempre la radioembolizzazione è la terapia più indicata, e non tutti i pazienti affetti da epatocarcinoma possono accedere a questo trattamento. Per questo motivo la terapia è preceduta da un accurato studio clinico e diagnostico, che si compone sia di un consulto preliminare che di un primo ricovero finalizzato alla selezione dei pazienti da trattare. Il ricovero avviene presso le Unità Operative di Oncologia, di Medicina Interna o di Gastroenterologia e ha una durata indicativa di 2-4 giorni, necessari per eseguire gli esami del laboratorio, una Tac, un’angiografia epatica e una concomitante scintigrafia. Se il paziente è ritenuto idoneo al trattamento, viene convocato per il ricovero previsto nel reparto di radioterapia metabolica. Il tempo che può intercorrere tra il primo e il secondo ricovero è variabile da un minimo di 7-10 giorni ad un massimo di 30-35 giorni.

A cosa serve 

Tale terapia è indicata nel trattamento dei tumori primari e secondari localizzati quasi interamente nel fegato. A volte viene impiegata anche per ridurre le dimensioni dell’epatocarcinoma e preparare il paziente ad un trapianto.

Come prepararsi 

I pazienti che assumono anticoagulanti o antiaggreganti devono comunicarlo anticipatamente e sospendere tali farmaci almeno una settimana prima della radioembolizzazione. I farmaci anti-ipertensivi, invece, possono essere assunti anche il giorno della procedura.

Dopo il trattamento 

Una volta terminata l’iniezione di microsfere, il paziente viene sottoposto ad una Tac per controllare la distribuzione della radioattività a livello epatico e l’assenza di significative dispersioni. Per le dodici ore successive all’intervento, inoltre, il paziente deve rimanere a letto con l’immobilità dell’inguine in modo da prevenire l’ematoma nella sede della puntura arteriosa.

Percorsi introduzione malattie curate

Non sono presenti malattie correlate