Le RASopatie sono un gruppo di malattie rare congenito-malformative a trasmissione genetica.
Includono diverse patologie, come:
- la sindrome di Noonan
- la sindrome di Noonan con lentigini multiple (precedentemente nota come sindrome LEOPARD)
- la sindrome di Costello
- la sindrome cardiofaciocutanea
- la neurofibromatosi tipo 1
- la sindrome di Legius
L’età di insorgenza dei primi sintomi e l’evoluzione del quadro clinico variano a seconda della specifica condizione patologica. Le manifestazioni cliniche più frequenti includono:
- deficit della crescita e bassa statura
- dismorfismi facciali
- deficit cognitivo
- alterazioni del metabolismo basale
- cardiomiopatia congenita
Le RASopatie sono inoltre una delle principali cause di cardiomiopatia ipertrofica. Rispetto ai pazienti con cardiomiopatia ipertrofica isolata (cioè non sindromica), i pazienti con RASopatia vengono diagnosticati ad un’età precoce e con un fenotipo più severo caratterizzato da un’ipertrofia biventricolare (cioè che interessa sia il ventricolo destro che quello sinistro) e dall’ostruzione al tratto d’efflusso del ventricolo sinistro. Inoltre si associano ad un più alto rischio di mortalità nell’infanzia.
Le RASopatie hanno origine genetica e sono causate, in particolare, da mutazioni che coinvolgono la via di segnalazione intracellulare RAS-MAPK
La diagnosi delle RASopatie può basarsi su un’attenta valutazione clinica (analisi dei sintomi e segni caratteristici, inclusi difetti cardiaci e problemi di crescita), sulla valutazione neurologica e cognitiva, sull’esecuzione di esami strumentali (come ad esempio l’ecocardiogramma e risonanza magnetica) e viene confermata da test genetici.
Le terapie si concentrano soprattutto sulla gestione dei sintomi.
In particolare, il trattamento dei pazienti affetti da RASopatia con cardiomiopatia ipertrofica e ostruzione all’efflusso è basato su terapia medica (principalmente somministrazione di farmaci beta-bloccanti). Se il paziente rimane sintomatico nonostante tale terapia, viene presa in considerazione la miectomia chirurgica, intervento con cui viene rimossa una parte del setto interventricolare ipetrofico. In rari casi, in presenza di scompenso cardiaco avanzato, aritmie ventricolari non trattabili e severa disfunzione diastolica, è possibile candidare il paziente a trapianto cardiaco.
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