La risonanza magnetica dei reni (a volte indicata con la sigla RM reni) è un esame che permette di ottenere immagini tridimensionali dell’organo utilizzando campi magnetici e onde radio.
Si tratta di un esame non invasivo e assolutamente indolore, e a differenza di altre tecniche di scansione non espone il paziente a radiazioni ionizzanti.
La procedura è piuttosto semplice. Il paziente viene aiutato a distendersi correttamente sul lettino (solitamente a pancia in su) e poi introdotto all’interno del macchinario. In alcuni casi, per migliorare la precisione dell’esame, può essere somministrato un mezzo di contrasto per via endovenosa.
La scansione può durare dai 30 ai 45 minuti e non provoca alcun fastidio, ad eccezione del rumore. Per la buona riuscita dell’esame il paziente deve rimanere immobile durante l’acquisizione delle immagini.
La risonanza magnetica dei reni consente di analizzare nel dettaglio le condizioni di tali organi. Pertanto può essere prescritta nell’iter diagnostico di sospette lesioni e malattie cistiche, così come per accertare la presenza di eventuali patologie neoplastiche o malformative dei reni.
Solo in caso di utilizzo del mezzo di contrasto, il paziente deve presentarsi all’appuntamento a digiuno da almeno 8 ore.
Inoltre bisogna entrare nella camera di risonanza magnetica sprovvisti di qualunque oggetto metallico (dall’orologio alla carta bancomat): di conseguenza è necessario comunicare tempestivamente al medico l’eventuale possesso all’interno di strutture metalliche (ad esempio i pacemaker).
Una volta terminato l’esame il paziente può riprendere immediatamente le normali attività della vita quotidiana. Non è previsto un periodo di ricovero e non è necessario farsi accompagnare.
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