Scintigrafia epatica

In cosa consiste 

La scintigrafia epatica è un esame che si basa sulla iniezione di un radiofarmaco e sul successivo studio della sua distribuzione, condotto per mezzo dell’ausilio di un apposito macchinario (la gamma camera).

Il tracciante viene somministrato per via endovenosa alcuni minuti prima dell’inizio dell’esame vero e proprio. Il paziente viene fatto stendere sul lettino della gamma camera per l’acquisizione delle immagini del fegato: tale apparecchiatura è in grado di rilevare i segnali emessi dal radiofarmaco, e permette quindi di valutare la distribuzione del tracciante all’interno e all’esterno dell’organo.

La scintigrafia epatica non è dolorosa né pericolosa. La quantità di radioattività iniettata, infatti, è molto piccola e proporzionale al peso del paziente. Le sostanze utilizzate non sono tossiche e non provocano generalmente effetti secondari, salvo manifestazioni allergiche del tutto eccezionali.

Come prepararsi 

Non sono previste norme di preparazione particolari, ma è necessario portare all’appuntamento tutta la documentazione medica. Le donne in età fertile che si sottopongono a tale tipo d’esame devono avvertire tempestivamente prima dell’esecuzione dell’esame di un eventuale, sicuro o dubbio, stato di gravidanza. Inoltre è bene consultare il medico per valutare la sospensione di eventuali terapie tiroidee.

Dopo l'esame 

Al termine della scintigrafia il paziente può riprendere le normali attività della vita quotidiana. Per facilitare l’eliminazione del radiofarmaco occorre bere abbondantemente e andare spesso in bagno. Dopo l’utilizzo del wc è opportuno far scorrere abbondantemente l’acqua e lavare le mani con particolare attenzione.

Per motivi di prudenza è consigliabile non sostare a lungo nei luoghi pubblici ed evitare per 48 ore successive il contatto stretto con bambini piccoli e donne in gravidanza. Inoltre nelle 30 ore successive alla somministrazione del tracciante è consigliabile l’interruzione dell’allattamento.