Scintigrafia renale sequenziale (con DMSA)

In cosa consiste 

SI tratta di un esame di medicina nucleare basato sulla somministrazione per via endovenosa di un radiofarmaco (in questo caso il DMSA). Tale tracciante, una volta immesso nel circolo sanguigno, viene captato ed eliminato dai reni in modo proporzionale alla funzionalità renale.

La procedura è piuttosto semplice. Dopo l’iniezione del radiofarmaco è necessario aspettare alcune ore prima di iniziare la scintigrafia, affinché il tracciante si leghi completamente ai reni. In questo lasso di tempo il paziente se autorizzato può anche allontanarsi dal reparto, eventualmente rientrando a casa o riprendendo la propria occupazione, e può alimentarsi normalmente.

L’esame vero e proprio ha inizio quando il paziente viene fatto sdraiare sul lettino del macchinario, la cosiddetta gamma camera, che rileva in tempo reale i segnali emessi dal DMSA e li elabora, fornendo in questo modo un’analisi della funzionalità renale.

L’esame, che dura all’incirca 45 minuti, non è doloroso né pericoloso, in quanto la quantità di radioattività iniettata è molto contenuta.

A cosa serve 

La scintigrafia renale sequenziale consente di valutare la funzionalità di entrambi i reni. Di conseguenza può essere prescritta per tutte quelle patologie che compromettono la capacità di lavoro dei reni, come ad esempio la displasia del giunto pielo-ureterale.

Come prepararsi 

Non sono previste norme di preparazione particolari.  

Dopo l'esame 

Al termine della scintigrafia il paziente può riprendere le normali attività della vita quotidiana. A scopo prudenziale, tuttavia, è consigliabile evitare fino al giorno successivo la vicinanza con donne gravide e bambini sotto i 12 anni, oltre ad interrompere l’allattamento per una trentina di ore.