Terapia immunosoppressiva nelle malattie renali immuno-mediate

Cos’è 

La terapia immunosoppressiva è una terapia farmacologica che impiega gli immunosoppressori, farmaci mirati ad inibire l’attività del sistema immunitario. 

Normalmente la risposta immunitaria difende l’organismo da agenti estranei potenzialmente pericolosi, come i batteri che causano infezioni, i virus come quello dell’influenza, o cellule tumorali che crescono in modo incontrollato. Gli agenti estranei hanno sulla loro superficie delle molecole chiamate antigeni. Questi segnalano la loro presenza alle cellule del sistema immunitario, che reagisce producendo anticorpi (proteine specifiche che si legano agli antigeni e attivano la riposta difensiva dell’organismo volta a neutralizzare ed eliminare l’agente estraneo).

Nelle patologie autoimmuni questo meccanismo è alterato e il sistema immunitario riconosce erroneamente come estranei i tessuti sani e funzionanti del corpo e li aggredisce causando infiammazione e danneggiandoli. L’immunosoppressione serve dunque a bloccare o ridurre questo attacco anomalo.

Nel trapianto, invece, l’organo del donatore viene correttamente riconosciuto come estraneo dal sistema immunitario del ricevente. In questo caso si tratta di una risposta fisiologica che deve essere però controllata per prevenire il rigetto acuto e cronico dell’organo trapiantato. 

Esistono diverse classi di immunosoppressori disponibili. La scelta del farmaco, o della combinazione di farmaci, e del dosaggio viene stabilita dal medico in base all’obiettivo terapeutico, alle caratteristiche del paziente e alla sua storia clinica, cercando di ridurre al minimo gli effetti collaterali.

La somministrazione può avvenire per via orale o endovenosa. La durata della terapia è variabile e dipende dalla patologia e dalla risposta individuale. In alcune malattie che si ripresentano nel tempo può prevedere una fase intensiva iniziale seguita da una di mantenimento.

A cosa serve 

Il sistema immunitario, quando alterato, può danneggiare i reni e causare malattie renali immuno-mediate che, se non trattate per tempo, possono evolvere in malattia renale cronica. Queste malattie si sviluppano attraverso due principali meccanismi: uno indiretto, in cui il danno renale è parte di una malattia autoimmune sistemica, come il lupus eritematoso o la sindrome di Goodpasture; e uno diretto, in cui gli anticorpi colpiscono specificamente strutture del rene.

Mentre alcuni farmaci sono efficaci in molte condizioni diverse (dal momento che agiscono su meccanismi comuni di infiammazione), altri sono usati in situazioni più specifiche.

Le malattie che si manifestano con un rapido peggioramento della funzione renale, come le vasculiti dei piccoli vasi e la nefrite lupica, richiedono l’inizio immediato di una terapia immunosoppressiva per controllare rapidamente il processo infiammatorio.

Infine, nel trapianto di rene, i farmaci immunosoppressori sono fondamentali per evitare che il sistema immunitario riconosca l’organo trapiantato come estraneo e lo attacchi. Tipicamente si utilizzano più farmaci in combinazione, scelti in base al rischio di rigetto e alla condizione clinica del paziente. In genere, questa terapia va proseguita per tutta la vita.

Come prepararsi 

Prima di iniziare una terapia immunosoppressiva è importante eseguire alcuni esami per valutare lo stato generale di salute e identificare eventuali condizioni che potrebbero aumentare il rischio di effetti collaterali. Tra questi, gli esami del sangue e delle urine, i test per infezioni latenti, e le vaccinazioni eventualmente raccomandate dal medico. È utile anche informare il medico su tutti i farmaci assunti, compresi integratori. Il medico fornirà indicazioni personalizzate su come prepararsi e risponderà a eventuali dubbi, anche riguardo ai rischi e benefici del trattamento.

Dopo il trattamento 

Durante e dopo la terapia il paziente viene sottoposto a controlli regolari per monitorare effetti collaterali e risposta al trattamento. Il sistema immunitario è indebolito, quindi il rischio di infezioni aumenta. Gruppi speciali come donne in gravidanza, anziani e pazienti in dialisi sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’immunosoppressione e necessitano di strategie terapeutiche personalizzate e un monitoraggio attento. 

Nella maggior parte delle malattie renali a genesi immuno-mediata, la terapia immunosoppressiva viene spesso proseguita per 6–12 mesi oltre la remissione clinica.