Antibiotico-resistenza: i nuovi farmaci non sono immuni

30 Maggio 2023

La riprova arriva da un recente studio dell’IRCCS pubblicato sulla rivista “Clinical Microbiology and Infection”: isolati batteri resistenti anche ai nuovi antibiotici.

L’Italia ha da tempo un problema noto e crescente con l’antibiotico-resistenza. Secondo recenti stime dell'European Centre for Disease Prevention and Control, infatti, ogni anno si contano quasi 11mila decessi attribuibili a questa causa, circa un terzo dei 33mila contati in tutt’Europa.

Nel tempo i batteri hanno dimostrato un’elevatissima capacità di mutare e aggirare l’effetto degli antibiotici in commercio, favoriti anche e soprattutto dall’impiego a volte eccessivo e inappropriato dei farmaci. Proprio per questo motivo, negli ultimi anni sono state sviluppate nuove molecole potenzialmente attive nei confronti di alcuni di questi organismi multi-resistenti. Ma anche per queste risorse terapeutiche innovative si possono sviluppare forme di resistenza.

Un recente studio pubblicato sulla rivista “Clinical Microbiology and Infection” e firmato dall’unità operativa di Microbiologia dell’IRCCS Sant’Orsola, infatti, dimostra come i batteri si stiano già adattando anche a questi nuovi antibiotici. Il progetto di ricerca, teso a valutare la possibile insorgenza di resistenza alla combinazione farmacologica “ceftazidime-avibactam”, ha infatti permesso di individuare organismi mutati e capaci di aggirare l’effetto dell’antibiotico.

«Questi dati confermano la necessità di utilizzare ogni nuova risorsa terapeutica in modo prudente e appropriato in modo da preservarne l’efficacia nel tempo – spiega Simone Ambretti, responsabile della Struttura Semplice di Batteriologia – Se vengono impiegati in modo eccessivo o sbagliato, infatti, anche i nuovi antibiotici facilitano l’insorgenza di forme di resistenza. Per lo stesso motivo, il livello di sensibilità dei nuovi farmaci va monitorato costantemente in modo da sorvegliare tempestivamente l’insorgenza e la diffusione di ulteriori resistenze».

La Struttura Semplice di Batteriologia della U.O di Microbiologia svolge, oltre alla attività routinaria di diagnosi di infezione, anche quella di sorveglianza attiva volta all’identificazione precoce dei pazienti colonizzati dai principali batteri antibiotico-resistenti. Soltanto nel 2022 sono stati sottoposti a screening oltre 20mila pazienti ricoverati presso l’IRCCS Sant’Orsola. Una gestione ottimale dell’utilizzo dei nuovi farmaci e del rischio infettivo nelle categorie di pazienti più fragili richiede necessariamente un approccio multidisciplinare all’interno del quale le conoscenze e le competenze in ambito microbiologico sono fondamentali, unitamente a quelle dei clinici esperti in terapia antibiotica e dei farmacologi.