La biopsia renale eco-guidata è un esame invasivo che consiste nel prelievo di un frammento del tessuto dei reni.
La procedura viene eseguita in anestesia locale e richiede pochi secondi, nel corso dei quali al paziente viene chiesto di trattenere il respiro. Una volta individuato l’organo attraverso l’utilizzo di una sonda ecografica, il medico procede con la raccolta del campione attraverso un apposito ago.
L’esame prevede dunque l’acquisizione di una parte del tessuto renale, da inviare poi in laboratorio per le analisi al microscopio. La biopsia renale eco-guidata viene utilizzata per studiare le condizioni delle cellule dei reni, e quindi per la diagnosi di un gran numero di patologie e condizioni legate a questi organi (ad esempio tumori o insufficienza renale).
Il paziente deve presentarsi all’appuntamento a digiuno completo da almeno sei ore e, se possibile, accompagnato da una persona adulta. Inoltre i medici potrebbero richiedere la sospensione parziale o totale di alcune terapie farmacologiche, in modo da non alterare l’esito della biopsia.
Una volta terminato l’esame, il paziente deve rimanere in osservazione per un periodo variabile da 30 minuti a circa quattro ore a seconda della sede del prelievo e della comparsa di eventuali disturbi. È consigliabile trascorrere la notte dopo l’esecuzione della procedura a non più di 30 minuti da Bologna. In caso di dolori addominali di crescente intensità, di problemi circolatori (ad esempio capogiri), difficoltà respiratorie o peggioramento dello stato di salute generale, è bene recarsi immediatamente al pronto soccorso.
In generale nelle 24 ore successive all’esecuzione della biopsia è prudente non eseguire sforzi fisici, non restare soli in casa e non assumere farmaci che potrebbero favorire il sanguinamento.