Si tratta di una malattia ereditaria caratterizzata dallo sviluppo di cisti nei reni o nei canali che trasportano l’urina verso l’esterno.
La malattia policistica renale può presentarsi in due forme: autosomica dominante e recessiva. La prima è più comune negli adulti, e si caratterizza per la formazione di cisti (sacche contenenti materiale liquido) in entrambi i reni. I due organi arrivano a pesare anche 6-7 volte più del normale, e con il tempo l’accumulo di cisti danneggia il tessuto renale ostacolando le sue funzioni di filtraggio del sangue. Di conseguenza, oltre al forte dolore addominale, alla presenza di sangue nelle urine e all’ipertensione, tra i sintomi tipici del rene policistico troviamo anche l’insufficienza renale.
La forma recessiva è invece più rara (e insorge prima della nascita) e prevede la concentrazione di cisti nei dotti collettori, che trasportano l’urina verso l’esterno.
Entrambe le forme della malattia hanno un’origine genetica.
Oltre ai sintomi e ai segni evidenti, la malattia del rene policistico può essere diagnosticata attraverso ecografie e risonanze magnetiche.
In genere la terapia farmacologica si concentra sulla riduzione del danno e sul rallentamento della progressione della malattia, ma non è risolutiva. In genere con il passare del tempo si rende necessaria la dialisi e il trapianto del rene.
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