Carcinoma della cervice

Cos'è 

Il carcinoma della cervice è un tumore maligno che interessa la cervice, la porzione inferiore dell’utero.

Come si manifesta 

Il termine “carcinoma” indica un tumore maligno, ossia una formazione di cellule (in questo caso della cervice) che proliferano in maniera incontrollata finendo per creare una massa neoplastica. In particolare la cervice è composta da due differenti tipologie cellulari (squamose e ghiandolari), le quali danno origine ad altrettanti tipi di tumori: il carcinoma a cellule squamose e l’adenocarcinoma.

Nella maggior parte dei casi tale massa non si manifesta in modo evidente, almeno nelle fasi iniziali. I sintomi tendono infatti a comparire in un secondo momento, e sono comunque piuttosto generici e comuni a diverse malattie dell’apparato genitale femminile.

Tipicamente le donne affette da questo tumore lamentano sanguinamenti vaginali anomali (ad esempio dopo un rapporto sessuale, durante un periodo intermestruale o in menopausa) e dolore pelvico, oltre a perdite vaginali inusuali per colore e consistenza.

Origine 

Uno dei principali fattori di rischio per questo tumore è l’infezione da papilloma virus (HPV), microrganismo che si trasmette soprattutto per via sessuale. Nella maggior parte dei casi tali infezione non si manifesta con alcun sintomo specifico e viene facilmente debellata dall’organismo.

Più raramente, tuttavia, il sistema immunitario non riesce a eliminare il virus in modo efficace: in questo caso, si creano le condizioni per lo sviluppo di numerose patologie, sia benigne che maligne.

Solitamente il carcinoma è preceduto da alterazioni precancerose della cervice, e può svilupparsi anche a distanza di cinque anni dall’infezione.

Come si accerta 

Speso questo tumore viene diagnosticato ben prima della comparsa dei sintomi, grazie a controlli ginecologici periodici e ai programmi di screening a cui è importante si sottopongano regolarmente le donne in salute. In particolare, il campanello d’allarme scatta solitamente quando il Pap test da esito positivo, evidenziando l’aggressività di una lesione precancerosa.

In questo caso la paziente viene sottoposta ad ulteriori accertamenti, come la ricerca del Dna virale del Papilloma virus, la colonscopia e un’eventuale biopsia per verificare la natura maligna della neoplasia.

Infine, Tac e risonanza magnetica possono essere impiegati per determinare la stadiazione del tumore (ossia stabilire quanto è grande e quanto è diffuso nell’organismo, fattori che risultano di cruciale importanza per formulare una prognosi e decidere la terapia).

Trattamenti 

La terapia varia in baso allo stadio della malattia, alle condizioni generali di salute della paziente alla sua età e, in alcuni casi, alle sue prospettive.

L’approccio, infatti, può essere di tipo chirurgico, chemioterapeutico, radioterapeutico o, come spesso accade, prevedere una combinazione di questi trattamenti.

Quando la malattia è ancora localizzata, è possibile rimuovere la porzione di tessuto interessata senza coinvolgere l’intero organo. Al contrario, se il tumore ha già infiltrato gli stati più profondi diventa necessario eseguire un’isterectomia radicale, asportando l’utero e, in alcuni casi, anche le ovaie e le tube di Falloppio. Quando possibile, tale decisione viene presa con il consenso della paziente (ad esempio quando la donna non ha intenzione di rimanere incinta).

All’operazione chirurgica possono poi seguire cicli di radioterapia o chemioterapia.

L'elenco include alcuni dei possibili trattamenti correlati, è indicativo e non sostituisce la prescrizione medica