La cardiomiopatia dilatativa è una malattia caratterizzata dalla dilatazione di una parte del muscolo cardiaco. Tale ingrossamento compromette la capacità del cuore di pompare correttamente il sangue verso il resto dell’organismo
In genere la dilatazione interessa il ventricolo sinistro, ossia quella parte del cuore che ha la funzione di pompare il sangue nell’aorta e quindi in tutto l’organismo. Nelle fasi iniziali questa cardiomiopatia è del tutto asintomatica, ma se trascurata può portare a conseguenze anche gravi per la salute del cuore.
I sintomi, infatti, sono tipici dello scompenso cardiaco: stanchezza, dispnea da sforzo, tosse, gonfiore addominale, aumento di peso associato a perdita di appetito, tachicardia e svenimenti.
Nei bambini, in particolare, la patologia si manifesta sotto forma di dispnea o tachipnea (aumento della frequenza respiratoria), sudorazione eccessiva, difficoltà ad alimentarsi e ritardo di crescita. Alcuni bambini, oltre ai sintomi tipici dello scompenso cardiaco, possono presentare sincope correlata ad aritmie pericolose per la vita.
Nella maggior parte dei casi la cause dell’ingrossamento cardiaco non è facilmente identificale. Altre volte, invece, è possibile riconoscere un’origine genetica, congenita o legata ad infezioni, abuso di alcol e sostanze stupefacenti.
La diagnosi prevede l’esecuzione di diversi test e esami di approfondimento. L’elettrocardiogramma (ECG) e l’ecocardiografia, in particolare, rappresentano le metodiche standard di diagnosi rispettivamente negli adulti e nei bambini. Per raccogliere ulteriori dati i medici possono poi affidarsi ad una risonanza magnetica nucleare con mezzo di contrasto, ad esami di laboratorio, ad una biopsia o al test da sforzo.
La terapia dipende essenzialmente dalla causa della cardiopatia. Se non ne viene identificata una con certezza, si effettua un trattamento di supporto mirato al controllo dei sintomi dello scompenso cardiaco. Nei casi più gravi può rendersi necessario un trapianto di cuore.
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