Dialisi Peritoneale

Cos’è 

La dialisi peritoneale è una terapia sostitutiva che depura il sangue nei pazienti con insufficienza renale, rimuovendo liquidi e prodotti di scarto dall’organismo quando i reni non sono più in grado di svolgere questa funzione. Si tratta dunque di un trattamento depurativo basato sull’utilizzo di una soluzione dializzante (un liquido sterile che viene introdotto nella cavità addominale attraverso un catetere permanente) e del peritoneo, membrana naturale che riveste la cavità addominale e che viene sfruttata come “filtro biologico”. La dialisi peritoneale rappresenta una terapia continuativa e può essere gestita dal paziente stesso o da un caregiver, anche a domicilio: in questo senso, garantisce maggiore autonomia rispetto all’emodialisi

Il peritoneo è infatti una membrana ricca di piccoli vasi sanguigni che permettono lo scambio di sostanza tra il sangue e la soluzione dializzante, che a sua volta ha una composizione e un’osmolarità (concentrazione di particelle disciolte nel liquido) specifica. Tali caratteristiche favoriscono il passaggio di sostanze di scarto e di liquidi in eccesso dal sangue verso la soluzione stessa. In pratica, sostanze come urea, creatinina e altri prodotti di scarto, insieme all’acqua in eccesso, attraversano la membrana del peritoneo per raggiungere la soluzione dializzante, che le raccoglie. Dopo un periodo di permanenza, chiamato tempo di stasi addominale, la soluzione, ora carica di scarti e liquidi, viene drenata fuori dal corpo e sostituita con nuova soluzione pulita. 

La dialisi peritoneale può essere eseguita in due modalità principali, che si differenziano per la modalità e i tempi di trattamento.

  • Dialisi Peritoneale Continua Ambulatoriale (CAPD): prevede che il paziente esegua manualmente da 3 a 5 scambi di liquido dializzante al giorno, ognuno della durata di circa 30-40 minuti, senza l’ausilio di macchinari. Questa modalità consente di svolgere le procedure in modo autonomo durante la giornata, adattandosi alla routine del paziente
  • Dialisi Peritoneale Automatizzata (APD): viene svolta principalmente durante la notte. In questo caso, una macchina automatica esegue più cicli di scambio mentre il paziente dorme, per una durata complessiva di circa 8-10 ore. Questo tipo di trattamento permette al paziente di trascorrere le ore diurne con maggiore libertà e senza dover effettuare manualmente gli scambi.

In entrambi i casi, il trattamento richiede necessariamente il posizionamento di un catetere peritoneale, tubicino morbido e sottile che viene inserito nella cavità addominale tramite un piccolo intervento chirurgico. È proprio attraverso questo catetere, infatti, che viene introdotta e successivamente drenata in modo sicuro e controllato la soluzione dializzate.

L’intervento per l’inserimento del catetere viene generalmente eseguito in anestesia locale o, in alcuni casi, con leggera sedazione. Il chirurgo pratica una piccola incisione nella parete addominale, attraverso cui inserisce il catetere, posizionandolo nello spazio peritoneale, cioè la cavità tra gli organi interni e la membrana peritoneale. Il catetere è dotato di un’estremità interna che rimane nella cavità addominale e un’estremità esterna che rimane fuori dal corpo, fissata alla pelle per consentire il collegamento con la soluzione dializzante. Dopo l’intervento, è importante un breve periodo di guarigione per permettere al catetere di stabilizzarsi e ridurre il rischio di infezioni. 

A cosa serve 

La dialisi peritoneale è indicata per il trattamento della malattia renale cronica e, in alcune situazioni, per l’insufficienza renale acuta come soluzione temporanea.

Come per l’emodialisi, la dialisi peritoneale non cura la malattia renale ma sostituisce la funzione depurativa dei reni compromessi. I reni sono gli organi deputati alla filtrazione del sangue e all’eliminazione delle sostanze di scarto dall’organismo. Quando questa funzione viene meno, si verifica un accumulo di sostanze tossiche nel sangue (uremia). I sintomi associati sono nausea, vomito, affaticamento, confusione mentale, prurito e gonfiore, fino a condizioni più gravi come difficoltà respiratorie e alterazioni del ritmo cardiaco. 
Questa terapia permette di rimuovere le tossine accumulate nel sangue, mantenendo l’equilibrio idrico e minerale dell’organismo e prevenendo le complicanze dell’insufficienza renale.

Viene preferita quando è possibile una gestione domiciliare o quando l’accesso vascolare per l’emodialisi non è praticabile.

Come prepararsi 

Prima di iniziare la dialisi peritoneale, il paziente partecipa a un percorso educativo e informativo con l’équipe medica e infermieristica, che spiega le diverse opzioni di terapia sostitutiva renale e supporta la scelta consapevole del paziente. 

In caso di dialisi peritoneale gestita a domicilio il paziente o un familiare caregiver vengono formati sulle procedure di gestione della terapia, comprese le tecniche di igiene e sicurezza per prevenire infezioni. 
 

Dopo il trattamento 

Durante e dopo la dialisi peritoneale possono comparire effetti collaterali come dolori addominali, infezioni del sito di inserimento del catetere (peritonite), o alterazioni del bilancio idrico, che il team sanitario monitora e gestisce tempestivamente.

È fondamentale un monitoraggio clinico regolare per valutare l’efficacia della terapia e adattarla alle necessità del paziente. Il controllo prevede visite mediche periodiche, esami di laboratorio e valutazioni della funzionalità del peritoneo. Viene inoltre monitorata la presenza di eventuali complicanze come infezioni o problemi legati al catetere. 

Per i pazienti dializzati è importante seguire uno stile di vita equilibrato e una dieta adeguata, con particolare attenzione al controllo dell’apporto di liquidi, sali minerali e proteine, per mantenere la salute generale e supportare il trattamento dialitico.

Il paziente è seguito da un’équipe multidisciplinare che comprende nefrologo, infermiere, dietista e altri specialisti, per garantire un’assistenza completa e personalizzata.