L’emodialisi è una terapia sostitutiva che depura il sangue nei pazienti con insufficienza renale, rimuovendo liquidi in eccesso e prodotti di scarto dell’organismo quando i reni non sono in grado di svolgere questa funzione.
Si tratta di un trattamento depurativo extracorporeo: il sangue viene prelevato dal corpo, fatto passare in una macchina chiamata dializzatore che svolge la funzione di rene artificiale, e poi restituito depurato al paziente. All’interno del dializzatore, il sangue passa attraverso una membrana semi-permeabile, che consente il passaggio selettivo delle sostanze: i prodotti di scarto e i liquidi in eccesso vengono così rimossi, mentre le componenti utili del sangue vengono trattenute. Questo processo avviene grazie all’azione del liquido di dialisi, una soluzione sterile con una composizione simile a quella del plasma, che scorre al di fuori delle membrane favorendo lo scambio di sostanze.
La procedura viene eseguita in ospedale con il supporto di personale sanitario e dura circa quattro ore.
Prima di iniziare le sedute di trattamento, deve essere realizzato un accesso vascolare. La fistola artero-venosa è la prima scelta per l’accesso vascolare in emodialisi: si crea chirurgicamente un collegamento diretto tra un’arteria e una vena, solitamente al braccio, permettendo un flusso sanguigno più rapido e robusto. Questo accesso è il più duraturo e offre un minor rischio di complicazioni, ma richiede alcune settimane per maturare prima di poter essere utilizzato.
Altre opzioni sono il graft, una soluzione artificiale utilizzata quando le vene non sono idonee, e il catetere venoso centrale, impiegato soprattutto come soluzione temporanea.
Durante il trattamento il paziente è collegato al dializzatore attraverso due aghi inseriti nell’accesso vascolare. La seduta di emodialisi si effettua generalmente tre volte a settimana (come detto, dura circa quattro ore), durante le quali il paziente può leggere, riposare o guardare la TV. Il personale sanitario monitora costantemente i parametri vitali per prevenire effetti indesiderati come cali di pressione o crampi. A fine seduta, gli aghi vengono rimossi e il paziente può tornare alle sue attività quotidiane.
L’emodialisi è indicata nell’insufficienza renale acuta, come trattamento temporaneo fino al ripristino dell’attività dei reni, e nella malattia renale cronica. In quest’ultimo caso diventa un trattamento a vita e può essere interrotta solo se il paziente riceve un trapianto di rene.
Come la dialisi peritoneale, l’emodialisi non cura il problema ma “sostituisce” la fisiologica attività di depurazione renale quando questi organi sono compromessi. I reni sono gli organi deputati alla filtrazione del sangue e all’eliminazione delle sostanze di scarto dall’organismo.Quando questa funzione viene meno, si verifica un accumulo di sostanze tossiche nel sangue (uremia). I sintomi associati sono nausea, vomito, affaticamento, confusione mentale, prurito e gonfiore, fino a condizioni più gravi come difficoltà respiratorie e alterazioni del ritmo cardiaco.
Lo scopo dell’emodialisi è mantenere il più possibile l’equilibrio interno dell’organismo e prevenire le complicanze dell’insufficienza renale.
Rispetto alla dialisi peritoneale, l’emodialisi viene preferita quando è necessaria una rimozione più efficiente delle tossine, o quando il peritoneo non può essere utilizzato come membrana di scambio per condizioni mediche o scelte organizzative.
Prima di iniziare l’emodialisi, il paziente partecipa a un percorso guidato da un’équipe composta da medico e infermiere, che fornisce informazioni sulle diverse opzioni di terapia sostitutiva renale, con particolare attenzione alla scelta informata e consapevole del paziente.
Durante e subito dopo la seduta possono comparire alcuni effetti collaterali come crampi muscolari, nausea o cali di pressione, che il team sanitario gestisce con interventi mirati per migliorare il comfort e la sicurezza del paziente.
Per i pazienti cronici è importante un’attenta sorveglianza clinica per valutare l’efficacia della terapia emodialitica e adattarla alle esigenze del paziente. Il monitoraggio prevede visite mediche per la personalizzazione del trattamento dialitico, oltre al controllo periodico dei parametri di adeguatezza della dialisi. Vengono inoltre valutati regolarmente la salute e la funzionalità degli accessi vascolari, il metabolismo minerale osseo e l’anemia secondari alla malattia renale cronica, insieme alla funzione epatica, pancreatica, tiroidea e metabolica. Parte integrante del percorso è la terapia anticoagulante orale, nonché esami specifici come l’emogasanalisi e la diagnostica per immagini di primo livello programmata periodicamente o in base alle esigenze cliniche. Infine, il paziente viene seguito nella programmazione degli esami e delle visite specialistiche necessarie per l’inserimento in lista d’attesa per il trapianto di rene.
Uno stile di vita equilibrato ed alcune accortezze nella dieta sono fondamentali per mantenere la salute del paziente in dialisi. Tra un trattamento e l’altro, è importante che il paziente segua le corrette indicazioni nutrizionali e continui ad assumere eventuali farmaci prescritti.
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