L’infertilità maschile si verifica quando un uomo non è in grado di contribuire al concepimento di un figlio dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali regolari e non protetti. Rappresenta circa il 40-50 % dei casi di infertilità di coppia ed è spesso legata a problemi nella produzione, maturazione o funzione degli spermatozoi, ma può anche derivare da fattori anatomici, genetici o ormonali.
Nel 30% circa dei casi di infertilità maschile non è possibile individuare la causa dell’infertilità (infertilità idiopatica).
Le principali cause di infertilità maschile possono essere suddivise in diverse categorie:
Alterazioni della produzione degli spermatozoi
La spermatogenesi (ossia la produzione degli spermatozoi) può essere compromessa, portando ad un ridotto numero di spermatozoi (oligozoospermia), assenza di spermatozoi (azoospermia), spermatozoi con motilità ridotta (astenozoospermia) o spermatozoi con morfologia anomala (teratozoospermia). Spesso queste alterazioni possono coesistere, determinando un quadro misto di OAT (oligo-asteno-terato-zoospermia).
Alterazioni del trasporto degli spermatozoi
Ostruzioni o alterazioni delle vie seminali, deputate al trasporto degli spermatozoi, come i dotti deferenti, l’epididimo e l’uretra, possono impedire o alterare il normale processo di eiaculazione degli spermatozoi.
Alterazioni ormonali
Deficit di testosterone o disfunzioni dell’asse ormonale ipotalamo-ipofisi-testicolo possono compromettere la spermatogenesi.
Fattori genetici
Anomalie cromosomiche, microdelezioni del cromosoma Y e mutazioni genetiche possono ridurre la fertilità maschile.
Fattori ambientali e stili di vita
L’esposizione a sostanze tossiche, pesticidi, solventi, materie plastiche, vernici e radiazioni elettromagnetiche, ma anche l’abuso di alcool, fumo, droghe, obesità o calore eccessivo (ad esempio pantaloni troppo stretti o sintetici) possono influire negativamente sulla qualità degli spermatozoi.
Fattori anatomici o funzionali
Tra questi possiamo annoverare i seguenti:
- Criptorchidismo: mancata discesa dei testicoli nella loro sede entro il primo anno di vita;
- Varicocele: è la dilatazione delle vene testicolari, che può aumentare la temperatura scrotale ed interferire con la produzione degli spermatozoi.
È la causa più comune di infertilità maschile trattabile. - malformazioni congenite, tra cui l’ipospadia (posizione anomala del meato uretrale) o altre anomalie dello sviluppo dei genitali.
- Traumi o infezioni: danni ai testicoli o infezioni che possono compromettere la funzione testicolare.
Tra le infezioni ricordiamo la parotite post-puberale e soprattutto le malattie sessualmente trasmesse, in particolare: papillomavirus, sifilide, gonorrea, clamidia. - disfunzione erettile (5 % dei casi di infertilità)
- Farmaci: alcuni farmaci possono ridurre la fertilità, ad esempio antitumorali, antibiotici, antimicotici, antipertensivi e la finasteride (utilizzata contro la caduta dei capelli).
- Chirurgia: pregressi interventi chirurgici dell’apparato genito-urinario maschile possono danneggiare, anche in modo irreversibile, la funzione riproduttiva.
Per approfondire questo argomento, consulta anche la pagina della SSD Andrologia (Prof. F. Colombo).
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