Pieloplastica

Cos’è 

La pieloplastica è un intervento chirurgico che ha lo scopo di correggere la stenosi del giunto pielo-uretrale, un’ostruzione che ostacola il corretto deflusso dell’urina. In particolare, la stenosi è causata da un restringimento nel punto di congiunzione tra il rene e l’uretere, il canale che trasporta l’urina prodotta dall’organo renale alla vescica.

L’operazione prevede quindi l’asportazione della porzione di uretere e di rene interessate dall’ostruzione e dalla successiva sutura (plastica) delle due estremità. Proprio per favorire il consolidamento della sutura, nel corso della procedura i chirurghi posizionano un apposito stent a doppio J, un tutore dalla forma tubolare che viene poi rimosso a distanza di un mese.

Nel corso degli anni le innovazioni tecnologiche e, più in generale, il progresso in campo medico hanno permesso di sviluppare diverse tecniche per portare a termine questa operazione.
• Pieloplastica a cielo aperto (o laparotomica). Si tratta della via più tradizionale e, oggigiorno, meno utilizzata, in quanto particolarmente invasiva. In questo caso, infatti, l’asportazione della stenosi viene portata a termine aprendo un’incisione di diversi centimetri nell’addome. Attraverso questa apertura i chirurghi operano direttamente sul rene e sulle vie urinarie.
• Pieloplastica laparoscopica. A differenza della chirurgia laparotomica, l’approccio laparoscopico non prevede l’apertura di un’unica grande incisione, ma bensì la creazione di fori di più piccole dimensioni (sempre a livello dell’addome) attraverso cui i medici infilano i propri strumenti. L’intervento viene quindi portato a termine grazie all’ausilio di uno strumento ottico flessibile dotato di luce e telecamera. Grazie a questo dispositivo, che è collegato ad un monitor presente in sala operatoria, i chirurghi possono procedere alla rimozione della stenosi.
• Pieloplastica robotica. Questa tecnica segue lo stesso principio della procedura laparoscopica: gli strumenti necessari all’operazione, in altre parole, vengono sempre inseriti nel corpo del paziente attraverso piccole incisioni aperte sull’addome. A differenza di quest’ultima, tuttavia, l’operazione viene portata a termine grazie all’ausilio di bracci robotici, controllati dai chirurghi tramite un’apposita consolle, e offre quindi risultati più precisi.

I chirurghi scelgono l’approccio migliore tenendo conto dello stato di salute del paziente e delle caratteristiche della stenosi. In ogni caso, la durata dell’operazione in genere varia tra i 60 minuti e le 4 ore. L’operazione viene eseguita in anestesia generale.

A cosa serve 

La pieloplastica consente di correggere la causa dell’ostruzione del giunto pielo uretrale, ripristinando così il corretto deflusso urinario. L’operazione chirurgica, infatti, rappresenta l’unico possibile rimedio alla stenosi.

Come prepararsi 

È necessario eseguire alcuni controlli clinici per verificare l’idoneità dell’operazione. Il paziente viene quindi sottoposto ad un’attenta valutazione della sua storia clinica e ad analisi del sangue complete, oltre che ad una serie di esami strumentali come l’ecografia addominale, la cistografia ed eventualmente la scintigrafia. In base alle indicazioni del medico, inoltre, vanno sospesi eventuali trattamenti a base di farmaci antiaggreganti, anticoagulanti e antiinfiammatori.

Solitamente il paziente viene ricoverato la mattina stessa dell’operazione, e deve presentarsi all’appuntamento a digiuno completo da almeno otto ore. La sera prima dell’intervento è consigliata una cena leggera. Nelle ore e nei giorni successivi all’operazione è consigliabile l’assistenza di un parente o di un conoscente.

Dopo il trattamento 

Una volta ultimato l’intervento il paziente viene ricoverato per alcuni giorni. Al termine della pielopastica i chirurghi posizionano un catetere vescicale per favorire il deflusso dell’urina e un drenaggio, in modo da evitare l’eccessivo accumulo di liquidi nella zona interessata dall’intervento. Entrambi i dispositivi medici vengono comunque rimossi prima delle dimissioni, che, a meno che non emergano complicanze particolari, avvengono in genere a distanza di 3-7 giorni dall’operazione.

Lo “stent a doppo J” viene invece tolto dopo un mese con una procedura ambulatoriale, e nel periodo successivo all’intervengo possono essere prescritti diversi esami di controllo.

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