Raccolta anomala di liquidi nello scroto, la sacca che ospita i testicoli.
L’idrocele è un accumulo di liquido trasparente che circonda uno o entrambi i testicoli. La sacca scrotale si presenta gonfia e dura al tatto, anche se la sua consistenza può variare nel corso della giornata.
Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione non particolarmente pericolosa, mentre più raramente gonfiore può essere associato a dolore e arrossamento dello scroto.
Spesso l’idrocele si presenta sotto forma di un disturbo congenito durante i primi giorni di vita del neonato. In questo caso l’accumulo di liquido è dovuto alla mancata chiusura del dotto peritoneo-vaginale (che durante la fase fetale unisce l’addome allo scroto).
Al contrario, se l’idrocele si manifesta per la prima volta in età adulta la causa è da ricercare in un’infiammazione dell’epididimo o dei testicoli, nella riapertura del dotto peritoneo vaginale o, più raramente, in un tumore ai testicoli.
In genere l’iter diagnostico ha avvio con un attento esame obiettivo e un’analisi dei sintomi riportati dal paziente. Possono poi essere eseguiti esami del sangue e delle urine, al fine di accertare o escludere la presenza di un’infezione, e un’ecografia scrotale, utile a localizzare e valutare l’accumulo di liquido.
L’idrocele congenito tende a scomparire naturalmente nel corso del primo anno di vita. Quando ciò non accade, i medici valutano l’opportunità di un intervento di drenaggio del liquido presente.
Negli adulti, invece, questa patologia può essere semplicemente monitorata (quando la sintomatologia non è fastidiosa o preoccupante) o risolta tramite svuotamento della sacca scrotale.
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