Scintigrafia tiroidea

In cosa consiste 

La scintigrafia tiroidea è un esame non invasivo di medicina nucleare che viene eseguito per osservare le condizioni e la funzionalità della tiroide. Si basa sulla somministrazione, per via endovenosa o per via orale, di una piccola quantità di radiofarmaco, il 99Tc (Tecnezio). Tale tracciante radioattivo, assolutamente innocuo per la salute del paziente, viene incorporato dalle cellule del tessuto tiroideo, e agisce come un marcatore: un apposito macchinario (la gamma-camera), infatti, rileva le radiazioni emesse dal tecnezio, elaborando le informazioni così ottenute e restituendo così un’immagine chiara della tiroide.

La procedura è semplice e indolore, e dura complessivamente un’ora. Dopo una visita preliminare si procede alla somministrazione del radiofarmaco, che deve essere assunto per via orale o iniettato in vena. A distanza di circa 20 minuti, poi, il paziente viene invitato a distendersi sul lettino della gamma-camera, che attraverso alcune scansioni rileva la distribuzione del Tecnezio ed elabora così una mappa morfo-funzionale della tiroide.

A cosa serve 

Questo particolare test per immagini permette di valutare la morfologia e la funzionalità della tiroide, e solitamente viene indicato dopo che un’ecografia ha riscontrato la presenza di noduli all’interno della ghiandola. Attraverso la scintigrafia è possibile ottenere informazioni sulla natura benigna o maligna del nodulo (cioè capire se si tratta di un tumore). La scintigrafia, inoltre, può essere utilizzata per accertare le cause di iper e ipotiroidismo, osservare se è presente un gozzo semplice o multi nodulare o vedere se la tiroide è infiammata. Infine, in alcuni casi l’esame viene eseguito in seguito ad un intervento chirurgico, per verificare o escludere la presenza di tessuto tiroideo residuo.

Come prepararsi 

Non è necessaria alcuna preparazione particolare. Il paziente, tuttavia, deve evitare l’assunzione di farmaci o sostanze iodate (in particolare L-Tiroxina: Eutirox) nelle tre settimane precedenti la scintigrafia, oltre a interrompere l’eventuale assunzione di antitiroidei di sintesi (ad esempio Tapazole) nella settimana precedente l’esame.

L’esame non ha effetti collaterali noti, ma è sconsigliato ai bambini piccoli, alle donne in gravidanza o che allattano. È inoltre necessario attendere almeno 6 mesi dall’esecuzione di altri esami diagnostici con mezzi di contrasto (ad esempio coronarografie, Tac con mezzo di contrasto o urografie) o dall’interruzione di terapie con amiodarone. A seconda del caso, sarà il medico a valutare se eseguire o meno la scintigrafia.

Dopo l'esame 

Una volta terminato l’esame il paziente può riprendere immediatamente le normali attività della vita quotidiana. Non è previsto un periodo di ricovero e non è necessario farsi accompagnare. Si consiglia di bere molto per favorire l’eliminazione del tracciante radioattivo e di evitare il contatto con bimbi piccoli e donne gravide per le successive 24-48 ore.