Malattia di Basedow

Cos'è 

Si tratta di una malattia autoimmune che colpisce la tiroide, ghiandola localizzata nel collo e addetta alla produzione di ormoni che regolano il metabolismo.

Come si manifesta 

La malattia di Basedow rappresenta una delle cause più comuni di ipertiroidismo, ossia di eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Tale condizione provoca numerose alterazioni a danno del metabolismo, del sistema nervoso e di quello cardiaco.
I sintomi sono piuttosto generici e possono scatenarsi dopo un periodo di stress. Nelle forme più evidenti il paziente può lamentare nervosismo, insonnia, tremori, palpitazioni, fiato corto, tachicardia, stanchezza, aumento dell’appetito con perdita di peso e, nelle donne, alterazioni del ciclo. Spesso la malattia si associa anche alla comparsa del gozzo, ossia di un aumento del volume della tiroide e, quindi, di un rigonfiamento a livello del collo. L’ipertiroidismo, inoltre, si può manifestare sotto forma di sintomi oculari: gli occhi del paziente, infatti, possono rigonfiarsi a tal punto da non riuscire a chiudere completamente le palpebre e da alterare l’espressione del volto. Con il passare del tempo si può arrivare alla progressiva perdita della visione periferica e all’insorgenza di eccessiva sensibilità alla luce e vista doppia.
Infine, un’ultima particolarità della malattia di Basedow consiste nel suo comportamento camaleontico, in quanto può cambiare e trasformarsi in tiroidite di Hashimoto.

Origine 

Come anticipato, la malattia di Basedow è una malattia autoimmune. Ciò significa che il sistema immunitario del paziente, che in condizioni normali protegge l’organismo e lo aiuta a combattere le infezioni, riconosce come estranea la tiroide e la attacca, producendo degli anticorpi che ostacolano la sua attività.
Le cause all’origine di questo fenomeno non sono ancora state del tutto chiarite, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio. Un individuo, infatti, ha maggior probabilità di trovarsi in questa condizione se un membro della sua famiglia ne ha già sofferto. L'inizio della malattia, inoltre, può essere innescato da stress, infezioni o da una gravidanza. Anche i pazienti che soffrono di altre malattie autoimmuni, come il diabete mellito di tipo 1 e l'artrite reumatoide, sono più a rischio di esserne coinvolti. Infine, anche il fumo rientra tra i fattori di rischio, e può peggiorare i problemi agli occhi.

Come si accerta 

Oltre all’esame clinico del paziente, la malattia viene diagnosticata con un prelievo di sangue per verificare la quantità di ormoni tiroidei e la presenza di anticorpi. In alcuni casi i medici possono prescrivere anche l’esecuzione di esami strumentali, come radiografie, ecografie e eco-doppler per monitorare la vascolarizzazione della tiroide.

Trattamenti 

Il trattamento ha lo scopo di inibire l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei, oltre ad attenuare i sintomi. Sostanzialmente esistono tre alternative. La terapia iniziale è di tipo farmacologico, ma a seconda della gravità esistono altre due opzioni. L’intervento chirurgico, finalizzato alla rimozione totale o parziale della tiroide, e il trattamento con radioiodio, che consiste nella somministrazione per via orale di iodio-131, capace di distruggere le cellule responsabili dell’iperproduzione di ormoni.