Carcinoma midollare tiroideo

Cos'è 

Il carcinoma midollare tiroideo è una forma di tumore maligno della tiroide, una piccola ghiandola localizzata nel collo che gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo corporeo.
È un tumore che si origina dalle cellule della tiroide che producono calcitonina, un ormone coinvolto nel mantenimento delle concentrazioni di calcio nel sangue entro i valori fisiologici. In caso di tumore la calcitonina viene prodotta in eccesso, alterandone l’equilibrio.

Come si manifesta 

Il carcinoma tiroideo è una massa neoplastica che si forma a causa della trasformazione e della proliferazione incontrollata delle cellule della tiroide. In particolare, questa particolare forma del tumore ha origine dalle cellule della ghiandola che sono deputate alla produzione della calcitonina, ormone che contribuisce a regolare le concentrazioni di calcio nel sangue. La proliferazione di tali cellule comporta un eccesso di produzione della calcitonina, alterando quindi la concentrazione di tale ormone nel sangue.

I tumori tiroidei, in ogni caso, non sono particolarmente aggressivi e progrediscono molto lentamente, non manifestandosi in alcun modo per lungo tempo. Il principale campanello d’allarme che deve indurre il paziente a recarsi dal medico è rappresentato dalla comparsa di un nodulo nella parte anteriore del collo, dove si trova la tiroide. Tuttavia è bene specificare che nella maggior parte dei casi queste formazioni sono di dimensioni contenute, soprattutto all’inizio, e sono quindi difficilmente riconoscibili al tatto. Il carcinoma midollare tiroideo presenta anche altri sintomi meno specifici, come un’alterazione della voce, mal di gola, tosse, difficoltà a respirare e deglutire.

Questo non significa che tale tumore non possa essere pericoloso, ovviamente. Se il carcinoma viene scoperto tardivamente e l’intervento non è tempestivo, infatti, le sue metastasi si possono diffondere ai linfonodi, al fegato, al polmone e alle ossa.

Origine 

Nel 25% dei casi il carcinoma midollare tiroideo è di forma familiare, e si trasmette in forma dominante. Per la restante percentuale non è ancora stata individuata una causa specifica.

Come si accerta 

La diagnosi si basa sui risultati degli esami del sangue (utili ad evidenziare uno squilibrio della concentrazione ormonale) e sulle immagini ricavate dall’ecografia della tiroide. Spesso, inoltre, i medici eseguono un controllo citologico sul nodulo sospetto, prelevando un campione attraverso agoaspirato per accertare o escludere la natura maligna della formazione. In alcuni casi, inoltre, può essere eseguita anche una scintigrafia tiroidea.

Trattamenti 

Le possibili terapie vengono decise in base alla tipologia e allo stadio di diffusione del tumore. In generale il trattamento di prima scelta è rappresentato dalla chirurgia, e in particolare dall’asportazione della tiroide. Può essere consigliata anche la rimozione chirurgica della ghiandola in via preventiva, nel caso in cui il paziente abbia un elevato rischio di sviluppare il carcinoma per via di fattori genetici o familiari. Se il tumore è particolarmente aggressivo o è stato individuato già in fase avanzata, possono essere prescritti anche alcuni cicli di chemioterapia e radioterapia. In seguito all’asportazione della ghiandola (e, quindi, alla mancata produzione di ormoni tiroidei), è necessario impostare una terapia ormonale sostituiva, da seguire per tutto il corso della vita